Il vulcanismo dell’isola ha avuto inizio circa
100.000 anni fa, dando origine agli strato-vulcani della parte
meridionale dell’isola.
Il primo ciclo di attività si concluse con il collasso della parte
sommitale dell’edificio e con la conseguente formazione della Caldera
del Piano, parzialmente colmata dai prodotti di un’intensa
attività che si sviluppava al suo interno. Successivamente si formò la Caldera
della Fossa all’interno della quale sorge oggi l’omonimo
vulcano.
In età storica (183 a.C.¸ 1550 d. C.) si è formata la
penisola di Vulcanello caratterizzata
da un basamento lavico circolare e da due crateri costituiti da lave e materiale
piroclastico.
Durante l’eruzione del 1739 fu prodotta una colata di ossidiana che
si può osservare sul versante nordovest della Fossa.
L’eruzione del 1894 diede il nome al tipo di attività denominata "vulcaniana" e
fu caratterizzata dal lancio di materiali piroclastici con bombe cosiddette
a "crosta di pane".
Da allora è stata osservata soltanto attività fumarolica dal
cono principale. Occasionalmente, nelle fasi di più intensa energia,
ci sono fuoriuscite di gas a temperature che raggiungono circa 600°-700 °C.
Nella zona del Porto di Levante sono
presenti emanazioni di gas sulfurei bollenti e fumarole sottomarine.
I caratteri più salienti dei magni di Vulcano (trachiti, tefriti e
rioliti) sono rappresentati da un elevato contenuto di potassio (K). Le caratteristiche
chimiche delle rocce suggeriscono un’origine profonda (dal mantello)
dei magmi di Vulcano.
Il carattere esplosivo del vulcano espone i suoi pochi abitanti e i molti
turisti d un elevato rischio. Una eventuale eruzione sarebbe molto probabilmente
caratterizzata da un’esplosione freatica (causata dall’interazione
acqua-magma) e dal lancio di materiali piroclastici. Da alcuni anni si osservano,
con oscillazioni, aumenti delle temperature delle fumarole (da 300 a 700 °C)
e dei flussi di gas dal sottosuolo, piccole scosse sismiche, frane, fratture
e modeste deformazioni del suolo. Tuttavia non si registrano finora segnali
di risalita del magma. L’isola è attualmente in stato di pre-allarme.
Le emissioni gassose vengono costantemente prelevate attraverso un sistema
di centraline realizzato dal CNR sull’orlo del cratere. Le centraline
sono alimentate a energia solare e inviano i dati raccolti all’Istituto
di geochimica dei fluidi dell’Università di Palermo. Periodicamente
vengono effettuati controlli delle deformazioni della superficie delle rocce
provocate dal movimento del magma. Esiste, inoltre, un piano di evacuazione
e, periodicamente, gli abitanti dell'isola fanno una prova generale di fuga
attraverso il mare.