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Home Panarea Isolotti di Dattilo, Lisca Nera, Bottaro, Lisca Bianca

Le piccole isole Dattilo e Lisca Bianca e gli isolotti di Bottaro e Lisca Nera sono da considerarsi parti dello stesso complesso vulcanico: rappresentano i resti di centri eruttivi impiantatisi su una stessa unità morfologica costituita da un rilievo vulcanico sottomarino.

L’isolotto di Dattilo, di forma piramidale, è alto 103 m., lungo circa 200 m. e largo 150 m., ed è traforato da numerose caverne. Di fronte alla sua ripida costa occidentale emergono la cosiddetta guglia di Dattilo e altri scogli minori. In passato, dalle cavità dell’isolotto si estraevano zolfo e allume.
Lisca Bianca è un isolotto dalla superficie inclinata da ovest verso est, lungo circa 300 m. e largo la metà, così chiamato per il colore biancastro della sua roccia; in passato vi si estraeva l’allume, oggi è il regno dei gabbiani, che vi nidificano. Lisca Bianca ha al suo interno la piccola Grotta degli Innamorati, dove la leggenda vuole che chi si bacia resterà unito per sempre.
Infine le suggestive isolette Lisca Nera, uno stretto e lungo scoglio di lava e, a circa 150 m., Bottaro, largo un centinaio di metri e lungo circa il doppio.

A venti metri di profondità, nel tratto di mare compreso tra questi scogli, l'acqua ribolle di centinaia di colonne di bollicine: ci si trova infatti al centro del vulcano originario, evidentemente non ancora del tutto spento.

A fine novembre 2002 c'è stata un'intensa attività di fumarole sottomarine nel mare di Panarea. Il fenomeno è dovuto alla fuoriuscita di gas vulcanici che premono sotto la crosta terrestre e sono comuni in tutte le zone vulcaniche e nelle Isole Eolie ve ne sono un po’ ovunque. Sono gas formati da acido sulfureo, che di per sè sarebbe pericoloso, ma diluito in mare diventa solo leggermente urticante ed arrossa leggermente la pelle.
L’emissione di gas è talora molto concentrata in un’unica “bocca” e in altri casi è dispersa su superfici più ampie. L’aspetto turisticamente più significativo è la presenza di una diffusa serie di bollicine (“effetto champagne”) e di fiocchi bianchi di zolfo colloidale che talora danno un effetto “fiocchi di neve”.
Le temperature relativamente elevate entro i getti più potenti e le forti turbolenze ad essi associate sconsigliano le immersioni in condizioni di scarsa sicurezza.

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