Il museo
La Sezione I si trova nell'antico
palazzo dei vescovi, adiacente alla cattedrale, ostruzione del
XVII secolo. Materiali degli scavi dell'acropoli di Lipari. Ogni
sala del Museo è fornita di apposite didascalie che guidano
il percorso: le didascalie rosse riportano le notizie essenziali
sui materiali esposti; quelle nere forniscono descrizioni più ampie
e dettagliate.
Sala I- Vi sono esposti i materiali delle più antiche fasi
del Neolitico eoliano (facies di Castellaro Vecchio e della ceramica tricromica).
Sala II- Materiali della terza e della quarta fase del Neolitico
eoliano (facies dette di Serra d'Alto e di Diano).
Sala III- Materiali della quarta fase del Neolitico eoliano (facies
di Diano: fine del IV, inizi del 111 millennio a.c.).
Sala IV - Eneolitico eoliano (facies di Piano Conte: 111 millennio
a.c.). Tardo Eneolitico (facies di Piano Quartara: fine 111, inizi Il millennio
a.C).
Sala V - Prima età del Bronzo, cultura di capo Graziano:
necropoli ad incinerazione della contrada Diana.
Sala VI- Prima età del bronzo: cultura di capo Graziano (1800-1400
a.c. circa). Media età del bronzo: cultura del Milazzese (1400-1270
a.c. circa). Ceramiche locali, importazioni egee.
Piano inFeriore.
Sala VII- Tarda età del Bronzo. Prima fase della cultura
ausonia (1270-1125 a.c. circa).
Sala VIII- Età del Bronzo finale - Seconda fase della cultura
ausonia (1125-900 a.c. circa).
Sala IX - Fine del secondo periodo della civiltà Ausonia
(fine IX secolo a.c.). Il villaggio dell'Ausonio Il subì una distruzione
violenta. Le capanne incendiate (evidenti nello scavo le tracce del fuoco)
crollarono seppellendo tutte le masserizie che contenevano. Si ha l'impressione
che dopo questa distruzione il villaggio non sia stato più costruito.
Sala X - Testimonianze della civiltà greca e romana nell'area
urbana di Lipari. Coperchio litico del bothros votivo di Eolo con leone sdraiato
(metà VI secolo a.c.). Rinvenimenti dello stesso bothros eccetera.
Dalla sala X, una parete della quale è costituita
dai resti dell'antico palazzo normanno costruito con blocchi greci riadoperati,
si scende nel sottostante giardino, ove sono altri resti e si visita il padiglione
epigrafico, dove sono raccolti cippi e steli iscritte dalle tombe della necropoli
di Lipari dal V secolo a.c. all'età romana.
Di Fronte al palazzo vescovile in altro piccolo padiglione c'è la sezione
II (Sale XI-XV). Materiali archeologici delle isole
di Panarea, Filicudi, Alicudi, Salina, Stromboli.
Si passa poi ad altro edificio a nord della cattedrale dove troviamo la Sezione
III con le necropoli protostoriche e classiche di Lipari, la Sezione
IV con lo preistoria e lo protostoria di Milazzo, lo Sezione V con
l'archeologia marina.
Sala XVI (in fondo) - Necropoli della media età del Bronzo
rinvenuta in contrada Sottocastello (XIV-XIII secolo a.c.). La necropoli è stata
ricostruita esattamente come è stata trovata negli scavi del maggio
1952. Solo alcune delle tombe sui margini sono state alquanto rawicinate
al gruppo principale. Sala XVIII- Necropoli protovillanoviana (XII-XI secolo
a.c.) e necropoli protogreca (716-580 a.c. cir¬ca) scoperte intorno alla
piazza Roma e alla via XX Settembre.
Sala XIX - Vi è stata ricostruita
Fedelmente lo necropoli degli inizi dell' Ausonio Il trovata a
Lipari negli scavi della piazzetta Monfalcone, nel centro della
città moderna, nel 1953.
Sala XX - Vi sono esposti i principali
tipi di sarcofagi, di vasi cinerari, di grandi vasi contenenti
il corredo funerario, cippi e steli della grande necropoli greca
e romana di Lipari.
Piani superiori
Sale XXI-XXVI - Necropoli greca
e romana di Lipari nella contrada Diano. Gli scavi della necropoli
greca e romana di Lipari esplorando circa 3000 tombe, hanno portato
al Museo Eoliano una cospicua serie di opere d'arte, soprattutto
ceramiche e terrecotte figurate. Le prime tombe sono di poco posteriori
alla fondazione della colonia greca (580 a.c.). Le tombe che hanno
corredi più ricchi sono quelle del IV secolo a.c.
Alla prima metà di questo secolo appartiene un cratere con rappresentazione
di un episodio dell'Odisseo. Ulisse, giunto nel paese dei Ciconi, riceve
da Maron, sacerdote di Apollo, l'otre di vino che servirà poi a ubriacare
il ciclope Polifemo.
Uno dei crateri della necropoli liparese è attribuibile, con certezza,
alla mano del ceramista Assteas: su un palcoscenico ligneo, il cui prospetto è decorato
con un panno a festoni, alcuni attori si esibiscono dinanzi alloro dio Dioniso.
Un altro cratere figurato presenta un episodio del mito di Ippolito: il giovane
guida, lungo la spiaggia, lo guadriga tirata da quattro focosi cavalli. Questi,
spaventati dai mostri marini suscitati dall'ira di Afrodite, si imbizzarriscono.
Il carro, trainato nella folle corsa, si infrange travolgendo Ippolito.
Nella sala XXIII sono esposte le
maschere della tragedia e della commedia e le terrecotte figurate
ritrovate in un piccolo santuario dedicato a Demetra e Kore scavato
in contrada Diano.
Nella stessa sala, in fondo, sono conservati gli ori ritrovati nei corredi
funerari delle tombe del V e del IV secolo a.c. dalla necropoli di contrada
Diano.
Nella sala XXIV sono esposti i
vasi del Pittore di Lipari e dei suoi seguaci e, ancora, alcuni
degli ori dei corredi funerari delle tombe della prima metà del
Il! secolo a.c.
Nella sala XXV è ricostruito
un gruppo di tombe della necropoli.
Nella sala XXVI, all' ultimo piano,
sono esposti i materiali (ceramiche, ori, lucerne, vetri) dei corredi
funerari delle tombe risalenti al periodo romano owero dopo lo
distruzione di Lipari (252 a.c.) gli scarti della fornace ritrovata
a Lipari in contrada Portinenti con resti soprattutto di anfore,
ed infine, le ceramiche medioevali e rinascimentali del chiostro
normanno all'interno della cattedrale e quelli provenienti dagli
scavi suIl' acropoli.
Ritornando al piano terreno, prima di uscire si
visiti la Sala XXVII Sala dell'Archeologia marina.
Vi sono esposti i materiali provenienti dalle ricerche subacquee
eseguite nell'ultimo cinquantennio nell'arcipelago eoliano. Di
eccezionale interesse sono le ceramiche preistoriche dello stile
di capo Graziano (XIX-XVII secolo a.c.) recuperate nella baia di
Lipari. Più recente è un frammento di anfora a staffa
di età micenea (XVI-XV sec a.c.) da Filicudi. Anfore da
relitti del V-IV secolo a.c. da capo Graziano di Filicudi e dalle
Formiche di Panarea. Anfore e macina litica dalla Secca del Bagno
di Lipari. Ceramiche a vernice nera del relitto di Dattilo da Panarea.
Ceppi d'ancora in piombo da recuperi vari. Materiali di cronologia
diversa dalla discarica di Pignataro di Fuori. Grande complesso
di anfore e di ceramiche a vernice nera (Campana A) che costituiva
il carico di una nave oneraria naufragata presso la secca di Capistello
di Lipari (metà 111 secolo a.C). Grande complesso di anfore
e ceramiche a vernice nera (Campana B) dal carico di una nave oneraria
naufragata presso il Capo Graziano di Filicudi (Relitto A - metà Il
secolo a.C). Anfore di età imperiale romana da altro relitto
presso Panarea. Alcune anfore romane recuperate a Vulcano, Punta
Luccia. Ceramiche invetriate dalle Formiche di Panarea. Lingotti
di stagno, noccioline e zolle di solfuro di arsenico provenienti
da Punta Crapazza di Lipari. Altre anfore e macina litica da Filicudi.
Nel parco circostante al Museo sono stati ricostruiti i diversi tipi di sarcofagi
in pietra trovati nella necropoli greca di contrada Diana. La sezione geologico-vulcanologica
del Museo Eoliano illustra attraverso grafici, plastici e didascalie la storia
geologica delle isole Eolie e i vari episodi attraverso i quali esse hanno
assunto il loro aspetto attuale, e presenta inoltre campioni selezionati
delle diverse formazioni laviche e dei diversi minerali che vi si raccolgono.
Alcune sale introduttive illustrano, soprattutto attraverso esemplificazioni
eoliane, i principali fenomeni vulcanici. Infine due sale sono dedicate alle
risorse economiche che la natura vulcanica delle isole ha offerto all'umanità nei
diversi periodi, dalla preistoria ad oggi, alle testimonianze storiche dell'attività dei
vulcani eoliani e alle leggende a cui essi hanno dato luogo nell'antichità e
nel medioevo.
La ceramica
Nella Lipari della metà del IV secolo a.C.
fiorisce una vivace coroplastica che trae i suoi argomenti preferiti
dal teatro contemporaneo. Ne è testimonianza una cospicua
serie di modellini fittili di maschere teatrali di questa età.
Un gruppo di queste riproduce i personaggi delle tragedie del ciclo
troiano. Un certo numero di terrecotte, nella seconda metà del
IV secolo a.C. riproduce, invece, piccole figure quasi sempre appartenenti
alla commedia. Un terzo gruppo, infine, raccoglie le maschere della
Commedia Nuova di Menandro databili alla prima metà del
III secolo a.C.
Nella seconda metà del IV - inizi III secolo, fiorisce a Lipari una
scuola ceramica locale, il maggior esponente della quale è un anonimo
maestro, chiamato convenzionalmente «pittore di Lipari». Caratteristica
di questa scuola è il largo impiego della policromia, che per le favorevoli
condizioni del terreno, è sovente molto bene conservata.