I colori delle Isole Eolie
A Nord-Est della Sicilia c'è un angolo
di paradiso dove il mistero della natura si riflette per sette
volte nelle acque
di un mare purissimo.
Si ha l'impressione di ammirare qualcosa che appartiene all'inizio
del mondo: le sette isole dell'arcipelago delle Eolie emergono
dal mare come sette immense schegge di terra lavica rappresa e
ancorate agli abissi del mare.
Le isole sono state esaltate e immortalate da scrittori e pittori
e da grandi viaggiatori del passato come Dumas, l'arciduca Luigi
Salvatore d'Austria (Luigi Salvatore d'Asburgo Lorena del ramo
di Toscana), Deodat de Dolomieu, Spallanzani e altri ancora le
hanno descritte in toni fantasiosi ed evocativi.
La formazione delle sette isole è iniziata oltre 700.000
anni fa, e ad essa hanno contribuito gli innalzamenti del fondo
marino dell'età quaternaria; ancora oggi, le Eolie rappresentano
per gli studiosi un autentico libro aperto, un vitale laboratorio
geologico dove l'evoluzione del nostro pianeta si può studiare
in diretta.
Il fuoco primigenio, la lotta antica tra gli elementi hanno creato
un insieme vario di straordinari angoli costieri dove sono state
generate grotte, scogliere, obelischi, faraglioni, lisce pareti,
spiagge nere circondate da un mare pescoso ancora ai giorni nostri.
Il suolo vulcanico è fertilissimo e
tutte le isole un tempo erano ricoperte da boschi di leccio
e quercia e da una macchia
mediterranea impenetrabile che l'uomo, soprattutto negli ultimi
due secoli, ha in gran parte sostituito con coltivazioni agricole.
Le difficoltà di comunicazione del passato fra isole e
terraferma imponevano, infatti, una totale autosufficienza alimentare,
ciò che ha determinato la suddivisione del terreno coltivabile
in campi, spesso realizzati con muretti a secco e terrazzamenti
costruiti interamente a mano da generazioni di contadini.
Oggi il paesaggio agricolo non ha più l'aspetto di un tempo
e le piante di olivo, mandorlo, fico, cappero, vite che avevano
preso il posto della macchia, sono notevolmente ridotte come realtà produttive.
Si è però avvertita negli ultimi tempi una sensibile
ripresa dell'agricoltura per iniziativa di privati cittadini
che sono tornati a coltivare vigne abbandonate e a produrre vino,
mentre
altri confezionano artigianalmente conserve e prodotti sottolio.
La lava creatrice delle sette isole sarebbe
risultata indispensabile anche per l'edificazione delle più antiche
case eoliane, quelle che ancora oggi caratterizzano il paesaggio;
sono architetture
essenziali, cubi affiancati orizzontalmente o verticalmente,
a seconda delle esigenze del nucleo famigliare.
Le aperture per l'accesso e la luce erano piccole e i muri molto
spessi, per mantenere in inverno il calore sviluppato dalla cucina
o da semplici bracieri e per avere fresco d'estate. Le fondamenta
erano in blocchi di lava, le pareti in pietra pomice, e la pavimentazione
delle terrazze in tufo.
Ogni parte della costruzione era strettamente
funzionale all'economia abitativa; così, ad esempio, il cosiddetto "astrico",
ovvero il tetto a terrazzo, veniva utilizzato per raccogliere
l'acqua piovana in sottostanti cisterne interrate a forma di
uovo.
L'ingresso dell'abitazione si apriva sul "bagghiu",
un terrazzo coperto da un pergolato di vite o da cannizzi sostenuti
da grossi pilastri cilindrici di pietrame intonacato, le "pulera".
Lungo il "bagghiu" esisteva sempre
un gradino di pietra rialzato per sedersi, presso cui si apriva
l'imbocco della cisterna
e, vicino, veniva posto il lavatoio.
Ancora oggi nelle isole Eolie si incontrano
paesaggi dall'equilibrio perfetto, dove si respira la serenità;
i turisti sono attratti, come una volta gli scrittori e illustratori
che le fecero conoscere
al mondo, dagli straordinari scenari naturali e dalle numerose
tracce del passato.
È infatti possibile visitare i resti
di antichi villaggi di capanne preistoriche, risalire i fianchi
di vulcani attivi per
osservarne da vicino le esplosioni, percorrere sentieri nella
macchia che permettono di raggiungere angoli di selvaggia bellezza
dove
si incontrano ancora falchi, poiane e corvi imperiali, visitare
vestigia antichissime e raccolte museali di livello mondiale.
Le coste offrono poi escursioni in barca con visioni inaspettate
di grotte, faraglioni, complesse scogliere, spiagge di finissima
sabbia vulcanica.
Ogni isola dell'arcipelago sta specializzando
sempre di più la
propria offerta turistica; Lipari, la maggiore, attrae numerosissimi
visitatori italiani e stranieri per il grande patrimonio paesaggistico
e culturale che offre e che, di solito, effettuano escursioni
giornaliere nelle altre isole.
Salina è invece consacrata ad un turismo famigliare e di
coppia, che utilizza case di proprietà o d'affitto e piccoli
alberghi romantici.
Panarea, l'isola scelta dai vip italiani e
stranieri che ne hanno restaurato le case, è vitale
e accesa di colori e luci con le sue boutiques, gli alberghi
e
i locali notturni alla moda.
Vulcano attira invece un turismo giovane e variopinto.
Filicudi, più tranquilla, è per
un turista che vuole stare appartato, lontano dalla folla,
ma che non disdegna di potersi
muovere in auto o in barca, che la sera ama ritrovare gli amici
di ogni estate.
Alicudi è un luogo davvero speciale,
adatto solo per i puristi del turismo; su tutta l'isola non
esistono strade o sentieri,
solo un interminabile susseguirsi di scalini di pietra che si
inerpicano sul fianco del cono vulcanico, collegando tra loro gruppi
sparpagliati
di autentiche case eoliane molto ben restaurate. Sull'isola non
esiste altro che un piccolo ristorante e due negozi di alimentari
ben forniti.
Infine Stromboli, abitata da personaggi
provenienti dalla Sicilia e da altre parti del mondo, che hanno
deciso di vivere qui a stretto contatto con la natura.