Alicudi, anticamente chiamata Ericusa, dalla presenza
sull'isola dell'erica, pianta che abbandona ancora sulle pendici
e nelle valli inaccessibili del cono vulcanico oggi spento.
Per molti secoli, bersaglio di frequenti incursioni da parte dei
pirati che infestavano le rotte del Tirreno, la sua popolazione
fu praticamente costretta a trovarsi un riparo naturale in casette
costruite sui terrazzi a mezza costa che danno sul versante orientale.
La sua storia passata si sostanzia nelle tracce di un abitato del
XVII - XVI sec. a.C., che doveva estendersi vicino all'approdo
portuale; altre tracce della medesima epoca esistono sulla sommità dell'isola.
Ciò lascia intendere che la modesta agricoltura e la pesca
furono i fondamenti dell'economia della comunità preistorica.
Frammenti ceramici di età Romana si trovano sparsi sulla
costa orientale dell'isola. L'isola ebbe parte, insieme a Lipari,
al commercio dell'ossidiana. In località Fucile sono stati
rinvenuti sarcofagi di lava contenenti numerosi fittili e vasi
preziosi risalenti al IV sec. a.C..
Anche Alicudi subì incursioni Barbariche: ne è testimonianza
una specie di fortino naturale, chiamato Timpone delle Femmine,
dove venivano rinchiuse le donne durante le incursioni di pedoni
e corsari.