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Home Alicudi La geologia

A prima vista l'isola di Alicudi sembrerebbe un semplice cono vulcanico assai regolare elevatissimo fino alla quota di 675 metri. Ma ad un esame più attento ci si rende conto che la realtà è assai diversa e che la storia della sua formazione è molto più complessa.
E' nata molto probabilmente in una età molto antica, come un vulcano conico di apetto forse simile a quello attuale, formato da lave da basaltiche ad andesitiche.
Sono le formazioni che prendono il nome di lave della Galera, dal piccolo scoglio situato dinnanzi alla costa occidentale dell'isola. La parte superiore di questo cono a seguito dello svuotamento della parte superiore del bacino magmatico, è sprofondata, mentre sono rimasti in posto i margini fino ad altezze che vanno dai 150 ai 250 metri. Si è formata così una prima caldera, della quale si riconosce abbastanza chiaramente l'orlo, soprattutto sui lati occidentale e settentrionale dell'isola.
Ma l'attività vulcanica ha continuato e la caldera si è presto ricolmata. Si è formato un nuovo cono vulcanico simile al precedente, ma costituito da lave poco diverse, basalti ricchi di allumina e andesiti, intercalate con materiali piroclastici e con scorie consolidate. Sono le formazioni dette del Dirittusu. Le colate di questa seconda formazione in parecchi tratti, si sono riversate fuori dal margine della caldera ed hanno raggiunto il mare, ricoprendo interamente le formazioni più antiche. Queste restano oggi visibili in un tratto settentrionale del lato Est, su tutto il lato Nord e per un lungo tratto del lato Ovest.
Ma anche questo secondo vulcano è sprofondato e si è formata una seconda caldera, il cui orlo è facilmente riconoscibile tutto all'intorno.
Sono all'interno della caldera, sul lato Nord, le piane del Dirittusu, da cui questa seconda formazione vulcanica prende il nome. All'interno di questa seconda caldera del Dirittusu è sorto peraltro verso Sud un nuovo cono vulcanico, o meglio una cupola, conosciuta come le Montagnole, che ha raggiunto l'altezza di 675 metri, e le cui lave si sono rovesciate ampiamente al di fuori del margine della caldera su tutto il terzo Sud Est dell'isola, scendendo fino al mare.
Questa nuova colata ha quasi completamente ricoperto, su questo lato dell'isola, le precedenti formazioni della seconda fase. E' su questa ampia colata che si estende l'abitato attuale. Le ultime colate, di lave andesitiche sono quelle sgorgate dal cratere del Filo dell'Arpa e rovesciatosi sia verso Nord, sia più ampiamente verso Sud Ovest, scendendo in qualche punto fino a mare. L'isola ha subito una notevole erosione, soprattutto sui lati Nord ed Ovest, a causa dell'azione marina.
Probabilmente a causa di questa forte erosione non si riconoscono sui suoi fianchi trace di antiche linee di riva.

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